Approfondisci come insegnare in maniera efficace i primi repertori di autonomia legati alla cura di sé nella vita quotidiana in autismo.
Il webinar si focalizza sugli strumenti evidence-based utilizzati per valutare le abilità di autonomia in autismo e pianificare una programmazione che tenga conto di questi aspetti sin dalle prime fasi dello sviluppo.
Ciclo di webinar di formazione per gli operatori sanitari che lavorano con persone autistiche in cui si approfondiscono gli strumenti di valutazione e le modalità di supporto per sviluppare le autonomie nelle varie fasi di sviluppo, dall'età evolutiva all'età adulta fino al raggiungimento del maggior grado di indipendenza nella vita domestica e nella vita di comunità.
Il Percorso SMART Logopedia e Autismo è formato da 5 webinar ed è pensato per permettere al professionista di approfondire alcuni aspetti specifici della presa in carico del bambino autistico, come il gioco, la motivazione, la comunicazione e la vocalità, la CAA per selezione e per topografia, la presa dati e il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi della programmazione. Il logopedista, infatti, svolge un ruolo fondamentale per sostenere e implementare gli aspetti socio-comunicativi insieme all'equipe multidisciplinare. I webinar si focalizzano su come la pratica logopedica possa essere tecnologica, evidence -based, ma soprattutto personalizzata sulle esigenze altamente specifiche del bambino autistico e della sua famiglia.
Ampliamento della frase in bambini con autismo tramite Matrix Training.
L'ampliamento della frase nei bambini con autismo è un obiettivo importante ma complesso da pianificare. La letteratura sottolinea come il passaggio da una parola singola alla fase combinatoria (frasi di due elementi) sia spesso critico nei bambini e ragazzi con autismo. Per i bambini con autismo questo apprendimento spesso non è naturale.
Weismer (2011) ha rilevato che solo il 5% di bambini di 30 mesi con autismo combina parole, senza una relazione significativa con la dimensione del vocabolario. Dallo studio di Eigsti, Bennetto e Dadlani (2007) è emerso che i bambini con autismo emettono meno espressioni complesse e usano enunciati più corti rispetto sia ai coetanei a sviluppo tipico sia ai bambini con ritardo nello sviluppo del linguaggio a parità di vocabolario.
Si tratta di un’acquisizione importante per garantire una maggiore efficacia comunicativa attraverso l’aggiunta di informazioni pertinenti che disambiguino il messaggio. Basta pensare a situazioni della vita quotidiana come, ad esempio, un bambino che chiede “casa” di fronte ad un armadio con quattro casette; non sapremmo a quale si riferisce finché non aggiungerà qualche particolare pertinente.
Motivo per cui l’interlocutore potrebbe trovarsi a dover proporre una per una le casette, in attesa di un segnale comunicativo da parte del bambino che gli permetta di capire quale casetta desideri in quel momento. Il bambino in questa situazione dovrà aspettare più tempo oppure dovrà produrre altre parole per vedere soddisfatta la sua richiesta ad esempio “casa topolino”.
Oltre agli aspetti comunicativi, il passaggio alla fase combinatoria rappresenta una delle prime tappe utili a favorire un iniziale sviluppo sintattico.
Prerequisiti per il passaggio alla fase combinatoria
Sicuramente alcuni tra gli aspetti importanti da considerare come prerequisito per il passaggio alla fase combinatoria sono:
- la quantità di parole conosciute. Rogers e Dawson (2010,202) sottolineano che è necessario l’uso spontaneo di parole con un’alta frequenza e una conoscenza di almeno 60-80 parole.
- la conoscenza dei verbi considerati predittivi dello sviluppo sintattico;
- le abilità di sforzo articolatorio richieste per produrre più parole in successione insieme alla perdita in questo caso di chiarezza articolatoria.
Alcuni bambini autistici, che hanno appreso il linguaggio a livello di parola singola, passano ad usare frasi composte da due parole naturalmente, come risultato dell’esposizione al linguaggio. Per altri bambini si parla dell’adozione di strategie aggiuntive.
La prima suggerita da Rogers e Dawson (2010), sfrutta le abilità di imitazione vocale nell’ambito di attività condivise, seguendo la “regola della parola in più” ovvero dell’espansione, modellando enunciati di due parole.
La seconda consiste nell’organizzare i materiali di gioco e l’ambiente, in modo che una parola non sia sufficiente alla comunicazione e siano necessarie almeno due parole per essere compresi. Una buona organizzazione dei materiali (avere ad esempio 2 oggetti ciascuno presente in 2 colori nell’area di gioco) permette anche di veicolare un insegnamento che non sia meccanico.
Per insegnamento meccanico pensiamo ad esempio alla richiesta “palla rossa” quando è presente un unico oggetto nell’area di gioco, ossia una palla rossa. In questo esempio specificare il colore sarebbe irrilevante e poco naturale. Diversamente se ci fossero due palle di colore diverso, specificare il colore potrebbe essere un aspetto chiave della comunicazione.
Questo ci fa capire come sono necessarie situazioni in cui entrambi i termini vengono posti in discriminazione per assicurarci che vi sia il corretto controllo dello stimolo.
L’idea è quella di strutturare una modalità di controllo sfruttando delle variabili naturali date da sessioni di giochi graditi.
Ipotesi di applicazione del Matrix Training
Una possibile proposta per l'ampliamento della frase in bambini con autismo potrebbe essere quella di applicare il Matrix Training che in letteratura è stato applicato in diversi contesti, al fine di facilitare la risposta generativa con il minor numero possibile di prove di apprendimento, sfruttando in questo caso competenze già apprese da ricombinare e superando i limiti dovuti ad un apprendimento spesso rigido delle componenti linguistiche.
Oltre alla sua inefficienza, l'insegnamento isolato di ciascun obiettivo non tiene conto dell’uso flessibile delle varie parti del linguaggio ricombinate in infinite associazioni, abilità molto spesso difficoltosa per gli studenti con autismo.
Inoltre, considerando i programmi d’insegnamento di questi studenti in cui devono essere incluse molte abilità diverse, risulta importante lavorare su abilità che facciano emergere comportamenti aggiuntivi senza necessità d’insegnamento diretto al fine di ridurre i tempi di insegnamento, migliorare l'efficienza e far risparmiare denaro.
La procedura
La procedura del Matrix Training è stata studiata per ottenere la generalizzazione ricombinante definita come "risposta differenziale a nuove combinazioni di componenti dello stimolo che sono state precedentemente incluse in altri contesti di stimolo" (Goldstein,1983, P. 281).
Questo concetto implica che unità di comportamento siano sotto il controllo di distinti stimoli ambientali, il che si traduce in nuove combinazioni di queste unità comportamentali che, se sotto un controllo appropriato, possono essere infinite.
Immagine tratta da Biondi (2022). La figura mostra due matrici contenenti le combinazioni nome-verbo target costruite su due attività di gioco gradite al bambino.
L'addestramento con matrice prevede la disposizione di stimoli bersaglio in una tabella (cioè matrice). Elementi linguistici di una categoria semantica (ad esempio nell’ipotesi “nomi”) vengono combinati con elementi di un'altra categoria semantica (ad esempio nell’ipotesi “verbi”).
Nomi e verbi possono essere disposti rispettivamente lungo l'asse verticale e orizzontale; le celle all'interno della matrice conterrebbero in questo caso combinazioni nome-verbo. All'interno di questo quadro si selezionano strategicamente specifiche combinazioni di stimoli per l'insegnamento diretto e le combinazioni aggiuntive non vengono insegnate direttamente ma piuttosto valutate per la generalizzazione ricombinante a seguito dell'acquisizione delle risposte selezionate per l'insegnamento.
La generalizzazione ricombinante si verifica quando gli studenti sono in grado di emettere comportamenti senza che questi siano stati insegnati.
Il passaggio alla fase combinatoria trova dunque nel Matrix training un promettente strumento che ci si auspica di poter testare.
Bibliografia
- Biondi C., (2022). Uso di una procedura di Matrix Training per il passaggio al mand doppio azione-nome in due bambini con ASD. Tesi di master
- Eigsti, I.-M., Bennetto, L., & Dadlani, M. B. (2007). Beyond pragmatics: Morphosyntactic development in autism. Journal of Autism and Developmental Disorders, 37, 1007–1023.
- Goldstein, H. (1983). Recombinative generalization: Relationships between environmental conditions and the linguistic repertoires of language learners. Analysis and Intervention in Developmental Disabilities, 3(4), 279–293.
- Rogers, S. J., & Dawson, G. (2010). Early Start Denver Model. Intervento precoce per l’autismo Linguaggio, apprendimento e reciprocità sociale. Omega edizioni
- Weismer, S. E., Gernsbacher, M. A., Stronach, S., Karasinski, C., Eernisse, E. R., Venker, C. E., & Sindberg, H. (2011). Lexical and grammatical skills in toddlers on the autism spectrum compared to late talking toddlers. Journal of Autism and Developmental Disorders, 41, 1065–1075.
Il webinar introduce alle modalità di un lavoro integrato multidisciplinare in cui la specificità della professione di logopedista possa esprimersi in tutta la sua potenzialità attraverso procedure evidence-based.
Il webinar presenta la differenza in termini di caratteristiche e potenzialità dei sistemi comunicativi di CAA per topografia e per selezione e la relazione possibile tra i diversi sistemi comunicativi in relazione a quello vocale. Utilizzare più sistemi comunicativi nell’intervento per l’autismo è possibile, ma è necessario conoscere come e quando transitare da un sistema all’altro e come utilizzarli per implementare gli aspetti comunicativi.
Il webinar presenta l’importanza della presa dati nella pratica logopedica ai fini della valutazione e per monitorare l’intervento in modo continuativo ed oggettivo. Misurare attraverso varie tipologie di presa dati l’apprendimento nei contesti di gioco e in quelli di insegnamento esplicito permette di essere efficaci e prendere decisioni cliniche basate su un reale andamento dell’intervento.