Vocal Imitation Training per l'articolazione dei gruppi consonantici
Nell'articolo verranno presentati due studi che fanno uso di procedure di Vocal Imitation Training per l'insegnamento della corretta articolazione di gruppi consonantici.
I disturbi dell’articolazione dell’eloquio sono particolarmente frequenti nella popolazione generale di bambini, con una prevalenza di Sound Speech Disorder (SSD) e di ritardi di linguaggio in bambini in età scolare che varia dal 2,3 al 24,6% (ASHA, nd.) Inoltre, la letteratura suggerisce che i bambini con disturbi dello spettro autistico presentano un aumentato rischio di un concomitante SSD rispetto a bambini neurotipici (Broome, McCabe, Docking & Doble, 2017).
Esistono diversi tipi di interventi per gli SSD, ma non c’è una chiara evidenza a supporto di alcuni tipi di trattamento rispetto ad altri. Nella letteratura analitico-comportamentale, una delle più promettenti strategie studiate è l’uso del Vocal Imitation Training (VIT) per migliorare l’articolazione delle parole (Lovaas, Berberich, Perloff, & Schaeffer, 1966; Eikeseth & Nesset, 2003; Aravamudhan & Awasthi, 2020). Nello specifico, i partecipanti ripetono le parole pronunciate dall’esaminatore; viene quindi impiegato l’operante ecoico nel suo aspetto di imitazione vocale. L’ecoico prevede che le risposte abbiano corrispondenza punto-a-punto e similarità formale con lo stimolo vocale (Cooper, Heron & Heward, 2019) pronunciato dall’esaminatore, abilità più comunemente chiamata “ripetizione” in ambito logopedico. Per raggiungere la correttezza di tali emissioni, gli autori implementano procedure di prompting, shaping e chaining (Eikeseth & Nesset, 2003; Aravamudhan & Awasthi, 2020).
La procedura
Nello studio di Eikeseth e Nesset (2003), il VIT viene applicato all’interno di un protocollo basato sull’SRET (Sufficient Response Exemplar Training), una specifica procedura di generalizzazione il cui obiettivo è rendere il training efficace, efficiente e socialmente significativo. Gli autori stabiliscono un set di esemplari di uno stesso comportamento target (nel caso specifico, un set di dieci parole che condividono delle caratteristiche articolatorie specifiche). Solo il primo esemplare (la prima parola) è sottoposto al training e, una volta che si raggiunge il criterio di acquisizione, sono testati tutti gli esemplari del set. Se la generalizzazione è avvenuta a tutto il set di parole, il training è sospeso. In caso contrario, il successivo esemplare non acquisito (del set) è sottoposto a insegnamento (Dufour & Lanovaz, 2017).
Lo studio di Eikeseth e Nesset
Eikeseth e Nesset (2003) hanno selezionato alcuni gruppi consonantici di difficile articolazione per due studenti con un disordine fonologico e costruito dei set di dieci parole che contengono il gruppo consonantico target (ad esempio /sk/, condiviso dalle parole scoiattolo, sconto, scherzo, ecc.) e avviato la procedura.
Dopo aver testato il set di parole senza precedente training, la procedura inizia con la presentazione della parola fino a una produzione corretta (senza errori) in almeno nove ripetizioni su dieci (criterio del 90%). A questo punto, venivano testate le altre parole del set che contengono lo stesso gruppo consonantico. Lo scopo è di testare se l’acquisizione dell’articolazione corretta in una parola si è generalizzata a parole diverse ma che contengono lo stesso gruppo consonantico. Se la generalizzazione è avvenuta (il gruppo consonantico è prodotto correttamente anche ripetendo le parole che non sono mai state oggetto del training), il training è interrotto. Nel caso in cui la generalizzazione non sia avvenuta, i ricercatori procedono introducendo un’altra parola dello stesso set.
I risultati dello studio mostrano un incremento delle risposte corrette su tutti gli esemplari, in entrambi i soggetti, dopo l’insegnamento tramite VIT di un numero limitato di esemplari (che si traduce positivamente in un numero limitato di sessioni di training). I bambini erano quindi in grado di articolare correttamente parole mai insegnate, dopo l’insegnamento di pochissime parole (solo una o due parole nella maggior parte dei casi).
Nella grafico tratto dall'articolo di Eikeseth e Nesset (2003) è possibile osservare, a titolo esemplificativo, i dati relativi all'acquisizione e alla generalizzazione della corretta articolazione di alcuni gruppi consonantici e suoni. Sull'asse delle ascisse sono indicate le sessioni di test dei set scelti, su quello delle ordinate il numero di risposte corrette.
Lo studio di Aravamudhan e Awasthi
Aravamudhan e Awasthi (2020) replicano lo studio di Eikeseth e Nesset (2003), estendendolo a una popolazione di bambini con autismo. Gli autori seguono una procedura molto simile, adattando i gruppi consonantici target dell’intervento ai partecipanti e specificando in modo più preciso le procedure di shaping, chaining e prompting. In questo articolo, gli autori non forniscono indicazioni sistematiche rispetto all’uso di queste procedure, ma le utilizzano in base alle necessità che emergono nel corso delle sessioni di training. Anche in questo caso, entrambi i partecipanti conseguono un miglioramento significativo delle abilità di articolazione per i quali è stato implementato l’intervento. Tali miglioramenti sono mantenuti anche nei follow-up successivi.
Bibliografia
- American Speech-Language-Hearing Association (n.d.). Speech Sound Disorders: Articulation and Phonology. (Practice Portal). Retrieved 22/01/2022, from www.asha.org/Practice-Portal/Clinical-Topics/Articulation-and-Phonology/.
- Aravamudhan, S., & Awasthi, S. (2020). Behavioral Interventions to Treat Speech Sound Disorders in Children With Autism. Behavior analysis in practice, 13(1), 174-185.
- Broome, K., McCabe, P., Docking, K., & Doble, M. (2017). A systematic review of speech assessments for children with autism spectrum disorder: Recommendations for best practice. American Journal of Speech-Language Pathology, 26(3), 1011-1029.
- Cooper, J. O., Heron, T. E., & Heward, W. L. (2019). Applied Behavior Analysis (3rd Edition). Hoboken, NJ: Pearson Education.
- Dufour, M. M., & Lanovaz, M. J. (2017). Comparing two methods to promote generalization of receptive identification in children with autism spectrum disorders. Developmental neurorehabilitation, 20(8), 463-474.
- Eikeseth, S., & Nesset, R. (2003). Behavioral treatment of children with phonological disorder: The efficacy of vocal imitation and sufficient-response-exemplar training. Journal of Applied Behavior Analysis, 36(3), 325–337.
- Lovaas, O. I., Berberich, J. P., Perloff, B. F., & Schaeffer, B. (1966). Acquisition of imitative speech by schizophrenic children. Science, 151(3711), 705–707.